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Articolo estratto da www.lastampa.it

A Lanzarote in gennaio si è aperto il primo museo subacqueo d’Europa

L’esploratore di Varazze che scoprì le Canarieacqua

Week end dedicato a Lanzarotto Malocello, primo europeo nell’isola che porta il suo nome
Attraversare e ritornare a casa sano e salvo, senza cadere nel vuoto, le Colonne d’Ercole. No, non è stato Cristoforo Colombo a infrangere il mito della loro invalicabilità, ma un altro navigatore ligure, varazzino per l’esattezza, sconosciuto ai più: Lanzarotto Malocello, primo europeo a toccare il suolo della Isole Canarie nel 1312. E Varazze, fiera del suo concittadino, da sei anni lo celebra con il Lanzarottus Day (in effetti si tratta di un fine settimana) che quest’anno si svolge da domani a domenica con rievocazioni storiche, convegni, aperture straordinarie del Museo della Marineria e persino le focaccette e i biscotti dedicati a Lanzarotto.

Il navigatore varazzino (ma la famiglia, ad onor del vero, era di origine genovese, mercanti e armatori, ma anche consoli, vescovi e podestà) partì alla guida di una piccola flotta alla ricerca dei fratelli genovesi Vadino e Ugolino Vivaldi, partiti nella primavera 1291 con due galee da Genova in cerca di mondi sconosciuti, le mitiche Indie, sinché, di loro, non si ebbero più notizie. «I genovesi erano convinti, forti delle loro cognizioni tecniche perfezionate con l’avvento della bussola e della cartografia, che fosse possibile la circumnavigazione dell’Africa e che non presentasse seri problemi: in ogni caso gli eventuali ostacoli erano ritenuti secondari rispetto ai vantaggi che essi si ripromettevano di conseguire dall’impresa perché il bisogno che li spingeva verso tale tentativo era così impellente ed urgente da convincerli ad affrontarli con il proposito di vincerli. Si trattava, infatti, di salvare la repubblica di Genova dalla rovina perché le vie commerciali fino a quel momento seguite si stavano chiudendo ed essi erano consapevoli che prima o poi non sarebbe stato più possibile attingere ai ricchi mercati asiatici che rifornivano l’Europa», scrive l’avvocato Alfonso Licata, uno dei massimi conoscitori di Lanzarotto e della sua epoca oltre che presidente del Comitato italiano per le celebrazioni di Malocello.

Varazze, a cavallo di ’200 e ’300, era ricca e prospera non solo economicamente ma anche culturalmente, Jacopo da Varagine, famoso per la Leggenda Aurea, è solo leggermente antecedente a Lanzarotto. Torniamo al navigatore. «Il suo nome compare per la prima volta nella carta di Angelino Dulcert, datata 1339, in cui si vede l’arcipelago delle Isole Canarie e attribuisce alla più settentrionale di esse il nome di Lanzarote, destinato a non essere più mutato (Insula de Lanzarotus Marocellus). Giunse nell’isola cui diede il suo nome, la Lanzarota (oggi Lanzarote), situata a Sud della più piccola “Alegranza”, se ne impadronì e, a presidio del proprio dominio e di quello della Repubblica di Genova, vi costruì un castello, di cui due posteriori avventurieri francesi, Juan de Betancourt e Gadifer de la Salle, al loro arrivo a Lanzarote nel 1402, trovarono i resti diroccati», scrive ancora Licata. Lanzarotto rimase una ventina d’anni alle Canarie prima di essere scacciato da una rivolta degli abitanti. E anche se è accertato esserne stato lo scopritore non le conquistò. Lo fece, un secolo più tardi, il normanno de Batancourt. La scoperta delle Canarie scatenò, all’epoca una vera e propria mania. Anche Boccaccio ne fu colpito, scrivendone in una missiva intitolata De Canaria et insulis reliquis ultra Ispaniam in Occeano naviter repertis.

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